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Operatori e ospiti in dialogo per rielaborare esperienze significative, come quella che ha visto impegnati alcuni di noi nell'igienizzazione degli ambienti dell’oratorio di Olginate durante il centro estivo. La voce di Alla: “Io con le pulizie e l’italiano non sono molto portata, ma dopo che mi hanno spiegato quello che si doveva fare e il perché, non ho avuto esitazioni. Mi sono resa disponibile perché ho pensato che quello che siamo chiamati a fare con questo progetto avrei voluto che fosse fatto anche per mio figlio”.
Grazie Alla. Un modo delicato e intimo per raccontare come partecipare ad alcune esperienze possa aiutare a risanare alcune ferite.
Qui sotto l'articolo di approfondimento:
Luglio 2020, Fase 2
Questa
storia comincia così: una riunione con gli ospiti che stanno partecipando al
progetto per le pulizie dei locali dell’oratorio di Olginate utilizzati per i
centri estivi dei bambini e ragazzi del territorio. Fatta la domanda cosa ne
pensate di questo lavoro, Alla, una
Donna ospite della Comunità di Calolziocorte, risponde senza esitazioni ”Voi tutti sapete quanto io non sono
portata per le pulizie, poi però quando gli operatori mi hanno spiegato bene,
io con l’ italiano ho qualche problema, ma dopo che mi hanno rispiegato quello
che si doveva fare e perché si doveva fare, non ho avuto esitazioni, subito mi
sono resa disponibile perché ho pensato che quello che siamo stati chiamati a
fare, avrei voluto che fosse fatto anche con mio figlio. Sapete tutti i
problemi che ho per vedere mio figlio, poi con questo virus ancora di
più.Comunque è bellissimo incontrare in oratorio, bambini che ti salutano, che
vogliono sapere come ti chiami, bambini, ragazzi, adulti che non ci conoscono
eppure ti ringraziano per quello che fai. Sono contenta di partecipare a questo
progetto e spero ce ne saranno altri”.
Queste
sono le parole di Alla, che hanno
fatto eco a quelle di altre e altri ospiti impegnati in questa attività.
Tante
e tanti ospiti dei progetti e delle strutture dell’Associazione Il Gabbiano spesso
sono colpite da un virus, quello del 21°secolo: l’Indifferenza, oltre al Pregiudizio.
Operare
in una Comunità di cura come le nostre ci obbliga ad interrogarci
quotidianamente su queste sofferenze ed affrontarle con discrezione e senza
contrapposizioni con la Comunità ospitante. Cerchiamo quotidianamente di
costruire l’obiettivo comune del benessere di tutta la Comunità provando ad
attivare sinergie significative nel territorio per operare insieme alla
comunità, agli abitanti dei paesi di cui le nostre comunità sono inserite
perché ne diventino parte viva e attiva.
Molti
ospiti del Gabbiano vivono in appartamenti ad Olginate e, da anni, i rapporti con
gli abitanti di Olginate sono decisamente buoni. La conoscenza reciproca ha
aiutato a superare paure e pregiudizi arrivando a costruire relazioni positive
e, soprattutto, rendendo le persone inserite nelle nostre comunità e progetti
parte attiva del territorio.
In
questi anni infatti tanti e tante ospiti hanno partecipato, e partecipano tutt'ora, a progetti come Cittadini Attivi per il decoro urbano, il Piedibus per
gli accompagnamenti dei più piccoli a scuola, collaborando con la scuola, la
Protezione Civile e le associazioni del territorio. Durante la Fase 1 alcuni
ospiti hanno partecipato alla consegna di mascherine e beni alimentari ai più
bisognosi del territorio, altri a Calolziocorte si sono occupati delle consegne
dei compiti per i ragazzi delle elementari del Pascolo che non avevano il PC.
E’ però Olginate, più di altri, il paese in cui si sono create le reti e le
collaborazioni più positive, collaborando negli anni con le varie
amministrazioni che si sono susseguite. Spesso siamo stati ospiti della
parrocchia S. Giuseppe di Olginate per raccontare e condividere le esperienze e
i percorsi degli ospiti dell’Associazione con i ragazzi che partecipano alla
catechesi.
Sono
tanti i nostri ospiti che sono stati “curati” da questa Comunità dove
l’indifferenza e il pregiudizio non hanno vita facile grazie a tante persone
sensibili che ci vivono. Grazie alla consapevolezza di amministratori, parroci,
semplici preti, dirigenti scolastici, che credono nella coesione sociale, nell'incontro tra le persone, nel non vedere le diversità come minaccia, ma
avvicinandosi senza paura per attivare una conoscenza reciproca e generativa
per tutti e tutte.
Poi
arriva il 2020, anno che ricorderemo per sempre come l’anno del distanziamento
sociale, della divisione non solo tra “buoni e cattivi”, ma ad essere distanti
e separati obbligatoriamente a causa del Virus.
Oratori
estivi / CRES, ogni attività di gruppo è stata compromessa o radicalmente
trasformata dalle tante, troppe, procedure da rispettare. Un grande ostacolo per
chi ha la responsabilità di pensare a come gestire queste attività in sicurezza
e rispettando le nuove disposizioni.
Abbiamo
passato, e ancora oggi stiamo vivendo, un periodo di grande paura ed enormi
dubbi, nelle Comunità e in tutto il Paese Italia. Basti pensare che, ancora
oggi, non sappiamo con certezza come riprenderanno a settembre i percorsi
scolastico dei nostri ragazzi.
Dentro
questo scenario confuso e difficile, una mattina riceviamo la chiamata di Don
Andrea che ci chiede la disponibilità ad occuparci delle pulizie e
dell’igienizzazione nelle aule dell’oratorio dove i bambini delle elementari, in
mattinata, i ragazzi delle medie, il pomeriggio, svolgeranno le loro attività
accompagnati dagli educatori. Il nostro compito è stato quindi quello di
igienizzare e sanificare tutte le superfici usate tra i due turni di attività.
Quella
di Don Andrea e Don Matteo è stata una scelta obbligata dalle procedure, ma è
stata sicuramente una scelta coraggiosa.
Una
scelta che non lascia scelta: quando si ha a cuore il benessere dei
ragazzi/adolescenti della comunità pastorale ci vuole senso di responsabilità
nel fare tutto per preservare la salute fisica di chiunque entri in contatto
con chi frequenta l’oratorio. Come ha ricordato Monsignor Mario Delpini in
occasione dell’anniversario dei 30 anni della comunità pastorale di Olginate:
“Il Coronavirus ha creato una
situazione inedita. I preti, i responsabili del bene comune, gli educatori, gli
animatori, le famiglie, i ragazzi si sono trovati sconcertati. Eravamo abituati
a percorrere strade comode, con direzione chiara, con le condizioni
rassicuranti, dove si può correre, giocare, mangiare panini e pastasciutta,
fare cerchi di gioia e radunarsi per pregare, spensierati e contenti.
Improvvisamente ci siamo trovati in un punto in cui le strade comode si sono
interrotte”.
Parole
cariche di pathos a cui fa seguito il grazie alla comunità di Sant’Agnese: “Ma voi amici di Olginate, don Matteo,
don Andrea, con tutti i vostri collaboratori avete deciso di andare avanti: non
c’è più la strada, si tratta di aprire sentieri; non è tanto chiaro che cosa si
possa fare, si impara un po’ per volta; la direzione resta chiara, ma per dove
si passa. Siamo entrati in terre inesplorate. Allora vi ringrazio, vi ammiro, vi incoraggio per quello che avete fatto
e farete per non lasciare bambini, ragazzi e adolescenti privi di una proposta
educativa cristiana in questa estate” ha concluso l’arcivescovo ricordando il grido di battaglia che
accompagna questa sfida: “Abbasso la noia!, Abbasso la solitudine e abbasso il
vuoto”.
Condividere
con noi dell’Associazione il Gabbiano questa responsabilità è stato per noi un
Dono: ci ha reso visibili, riconoscibili, ha gratificato le persone che hanno
partecipato, ci ha fatto sentire parte integrante e attiva della Comunità.
Spesso
i nostri ospiti si sentono respinti, osservati e giudicati, messi in condizione
di camminare rasenti al muro avendo la sensazione di vivere in una Comunità del
rancore.
Questa opportunità
offerta dalla Parrocchia ci fa sentire, invece, parte di una Comunità
Riparativa, che permette di rimetterti in gioco, come ben ci racconta Vincenzo,
ospite della comunità che ha avuto l’onere di essere il coordinatore del
progetto. Scegliamo quindi di usare le sue parole per concludere la nostra
riflessione su questa esperienza
“Il Gabbiano che lavora, interessante
questo aspetto perché nel percorso di togliersi di dosso il passato, si
percepisce l'esigenza di fare passi in avanti verso un’ indipendenza. L’esperienza di lavoro svolta all' oratorio
di Olginate nell’ igienizzare le parti di contatto comuni per quanto riguarda
appunto i bambini ha responsabilizzato ognuno di noi all'attenzione massima per
rendere un ambiente più pulito ed idoneo dopo l'utilizzo degli spazi. Un lavoro,
questo, di per sé umile, ma, allo stesso tempo, gratificante. Questo era il
riflesso che vedevo negli sguardi e nelle espressioni di ognuno di coloro che
ha collaborato con me nello svolgere questa attività, quindi la speranza è
quella di continuare a proseguire in questa direzione. Ma nel percorso
comunitario si viene a presentare il problema di affrontare il mondo del
lavoro, cosa peraltro distante da molti di noi. Nell'occasione in cui ci siamo
trovati a collaborare nell'igienizzare un luogo come l'oratorio S. Giuseppe. Il
lavoro di per sé semplice ma allo stesso tempo impegnativo dove prestare molta
attenzione, e questo ritornava in una gratificazione visibile nel volto di ogni
persona che ha preso parte a questo lavoro. Di per sé questo è relativo perché
quello che viene a galla è la voglia di riscatto, la voglia di rimettersi in
gioco. energie nel lavorare per quanto
riguarda la comunità e gli ospiti è un aspetto da tenere in considerazione, è
molto importante. Il fattore lavoro in comunità è stato quello di metterci il
cuore e di metterci attenzione nel fare questo lavoro di igienizzazione. Questo
lavoro, svolto da 10 di noi ospiti del Gabbiano tra cui io nel piccolo ruolo di
coordinatore e queste 9 persone che arrivano da varie strutture come la sede
del Gabbiano di Calolziocorte, la sede dei richiedenti asilo di Calolziocorte e
Olginate, dal progetto RESTART sempre di Calolziocorte. Abbiamo svolto questo
lavoro di pulizia sapendo che questi luoghi sono frequentati da bambini, quindi
con la massima attenzione e nel massimo rispetto nel pulire con disinfettante
quello che sono le parti comuni: di per sé non è difficile se non quello di
metterci la buona attenzione nel fare quello che si deve fare nel modo
giusto. Un lavoro di per sé umile ma
allo stesso tempo gratificante, e ciò che ho visto nelle espressioni di ognuno
di loro che ha partecipato nello svolgere questa attività lo ha reso ancora più
bello”.
Paolo Casu
Operatore Comunità il GaBBiaNo Onlus
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